| Imboccarono diversi corridoi, prima di arrivare alla porta che dava l'accesso ai sotterranei. Come la ragazzina aveva detto prima, la corrente era stata staccata, il sistema di sorveglianza che richiudeva le porte era disattivato, e quindi vi poterono accedere tranquillamente. Mikael reggeva ancora la katana sporca di sangue nella mano destra, quando uno dopo l'altro entrarono dalla porta, ritrovandosi così di fronte ad uno spettacolo alquanto angosciante: poche erano le fonti di luci all'interno dei sotterranei, un lungo corridoio si propagava davanti a loro, una serie di porte laterali, alcune con degli oblò, sudici come l'intero posto, altri senza, i pezzi di vetro a terra, in mille pezzi. Mikael si guardò intorno, aguzzando la vista, sbattendo più e più volte gli occhi per mettere a fuoco le figure di due gemelli che erano comparsi davanti a loro. "Sappiamo quello che che cerchi qui sotto, Ma non possiamo lasciartelo fare." Le parole dei due provocarono un senso di rabbia nel corpo di Mikael, mentre una goccia di sudore freddo scendeva lungo la sua schiena. Oramai, dovevano andare avanti... Guardò il ragazzo orientale dalle cui mani spuntarono artigli. Annuì a ciò che disse, seppur non fosse rivolto a lui. Ci siamo dentro fino al collo, tanto vale continuare... disse con un sorriso ironico, sollevando la katana di poco, e al tempo stesso portando l'altra mano alla cintura, vicino alla sacca dove teneva l'occorrente. Non sapeva cosa potevan fare i due gemelli, non gli dicevano nulla di buono, quindi era meglio tenersi pronti.
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